Per stonatissimo contrappunto allo stupendo post di ieri di Anna Mallamo dedicato a Mimmo Lucano (lo leggete al post precedente a questo), riporto oggi un articolo dedicato a Essilux, famiglia Del Vecchio.
Il lusso smodato del capitalismo, il rotolarsi negli agi sfrenati e nella ricchezza incomprensibile, ci porta a profonde riflessioni e dovrebbe indurci il senso della giustizia e dell'etica che smuova le montagne.
Tanto si deve all'informazione e alla consapevolezza. Più sappiamo e conosciamo, meglio stiamo.
Vergogna.
Lucia Talarico
Lucia Talarico
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Milleri: realizzata la visione del fondatore, sostenuti dalla famiglia
<< Un anno record per redditività e crescita di valore delle partecipate. Da EssilorLuxottica (32,5%), Generali (9,9%), Mediobanca (19,9%) e Unicredit (2,5%) all’immobiliare Covivio (27,6%), oltre ad alcune partecipazioni minori. Un parterre di quote che ha restituito a Delfin un flusso di dividendi pari a 890 milioni, in crescita del 23% rispetto al 2022. Con la previsione che questa ricchezza, visto l’andamento delle partecipazioni industriali e finanziarie in portafoglio, possa superare per la prima volta un miliardo di euro nel 2024. È la fotografia di Delfin restituita dal bilancio 2023 approvato ieri all’unanimità in Lussemburgo dal board della cassaforte della famiglia Del Vecchio, presieduta da Francesco Milleri.
<< La crescita della multinazionale fondata da Leonardo Del Vecchio — arrivata a quota 25,4 miliardi di ricavi e a un valore alla Borsa di Parigi vicino a 95 miliardi — unita alla corsa al listino da parte delle banche hanno dato la spinta al valore di Delfin facendo lievitare del 50% a 40 miliardi il valore di mercato delle sue partecipazioni in soli 24 mesi. «Ringrazio l’amministratore delegato Romolo Bardin e tutto il cda per i risultati raggiunti — ha detto Milleri — che sono il frutto del nostro impegno per realizzare, con il sostegno della famiglia, la visione del nostro fondatore».
<< Da sola la quota in Essilux (che ha un valore di mercato di 31 miliardi) genera un dividendo di circa 600 milioni. Da Mediobanca (2,5 miliardi, +60% negli ultimi 24 mesi) e Generali (3,5 miliardi, +60%) potrebbero arrivare oltre 300 milioni mentre da gli investimenti in Unicredit (+253%) e Covivio dovrebbero contribuire attorno a 160 milioni. Un andamento legato a risultati industriali ma anche al confronto tra gli azionisti.
<< Dai numeri non è emerso l’utile netto della cassaforte. Ma in base al bilancio 2022 si può arrivare a una stima. Tenendo conto che la struttura di costi della holding è «leggera» e che il 5% dell’utile va da statuto alla Fondazione Leonardo Del Vecchio, il mercato stima che l’ultima riga del bilancio potrebbe arrivare a oltre 700-750 milioni, una cifra non lontana da cento in più rispetto a un anno fa. Si tratta di risorse che sarebbero disponibili nel caso in cui gli otto soci che posseggono il 12,5% a testa di Delfin decidessero la distribuzione di una cedola straordinaria, utile a concludere gli ultimi passi della successione di Leonardo Del Vecchio. In assenza di un accordo, il dividendo per i sei figli di Del Vecchio più Nicoletta Zampillo e Rocco Basilico si limita al 10% dell’utile, nel rispetto del tetto definito nello statuto. Come dire che i singoli azionisti riceveranno tra 8 e 9 milioni a testa. Nulla vieta loro di riunirsi e decidere un innalzamento del tetto, cosa possibile solo se voteranno all’unanimità. L’auspicio di arrivare a un’intesa è forte e concreto ma non a un passo.>>