GAZA E IL 2 GIUGNO, di Lucia Talarico

A Gaza non ci sono alberi. Solo crateri e tonnellate di macerie. Occorreranno oltre dieci anni per rimuoverle.
La terra è ricoperta in parte da polvere grigia, in parte da polvere marrone, a seconda dell’esplosivo utilizzato. Ne sono piovute 100.000 tonnellate!

54.000 morti, ma forse 70.000, bambini, donne, anziani. A Nord e a Sud della Striscia.
L’80% degli ospedali è stato distrutto. Due milioni di persone sono in carestia: affamati, assetati, ammalati, insanguinati.
I due milioni di persone non sono astratte entità, ma bambini, donne, anziani. Potrebbero essere i nostri genitori, i nostri figli, i nostri fratelli, ma il grasso Occidente si crogiola nel suo grasso brodo e se ne infischia!

E’ morto il dottor Hamdi al Najjar, papà dei nove bambini ammazzati da un missile a Khan Younis. Nove fratellini, dai dodici anni ai sei mesi.

Noi? Noi siamo in tutt’altre faccende affaccendati! Solo per citare qualche nostro interesse del 2025, noi pensiamo al Festival di Sanremo, ai campionati di tennis, allo scudetto del Napoli, al Giro d’Italia… E alla TV che ci rimbambisce di leziose stupidaggini e disinformazione, perché ci vogliono stupidi, imbolsiti e preda di idiozie.

Il Governo? Non una parola! Da pochissimo, proprio da pochissimo, dopo ben 20 mesi, qualche flebile sporadico vagito, un confuso balbettio timido e tremebondo. Già, possiamo mai dispiacere Trump e Netanyahu? Possiamo mai non mandare armi di rinforzo e rifornimento? Possiamo mai spostarci nettamente e chiaramente dalla parte della Pace e della Giustizia?
 
Oggi è la Festa della Repubblica Italiana, quella Repubblica la cui Costituzione “ripudia la guerra”. Assisteremo al trionfo della retorica e vedremo le medesime facce di ogni anno, compiaciute e ipocrite. Minuetti sempre quelli di complimenti e compiacimenti, paroloni e proclami. Nient’altro che Potere ghermito e mantenuto a tutti i costi. Senza la pietà, senza il dovere morale, senza giustizia, senza un’istanza e il guizzo potente di una coscienza sbigottita che è fuggita via.
 
Festa per 2.500 invitati nei giardini del Quirinale. Dicono che sia “la casa degli Italiani”, bene: se è casa mia io non voglio festeggiare! Cosa c’è mai da festeggiare se questa catastrofe umanitaria fa tremare i cuori di tutti! Dichiarate il lutto nazionale, agite finalmente con nerbo, cuore, nettezza, inequivocabilità. Politica.
Ma tutto scorrerà come un fiume placido dí indifferenza e fieramente presenti si ripeteranno atti e personaggi.
Mi vergogno di fare parte di questa espressione del genere umano.
Lucia Talarico