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Per la sindaca Silvia Salis, neo eletta di Genova, leggo che il marito regista Fausto Brizzi ha indicato una sorta di orgoglioso appellativo, “Primadonna”, e ha dichiarato che la moglie è meritevole di un film. Ha detto che è brava in tutto, assorbe tutto e quando si cimenta in qualcosa non ce n’è per nessuno: è la migliore!
Giuro che sono caduta dalla sedia! Una tale dichiarazione pubblica di stima e apprezzamento verso la propria compagna è difficile se non impossibile da incontrare. Ancora di più se questa ha successo in un qualsiasi ambito. Solitamente constatiamo labbra strette, distinguo, “Sì ma…”. Solitamente i mariti sminuiscono, sono paternalistici, si producono in battute (secondo loro) ilari, si lamentano. Troppo ordinate, troppo oculate, troppo organizzate. Eccessivamente caparbie, determinate, autonome, indipendenti. Come fossero loro il metro e la misura!
Un mix di luoghi comuni e diminutio.
Qualcuno fa lo spiritoso, ho sentito io “siete nate per servirci”, o anche “per farci mangiare”, a seconda della circostanza. Qualcuno fa la vittima, “se vuole lei”, “chiedete a lei”. Qualcuno, in eterno conflitto, sprofonda giorno dopo giorno nel malumore, nella malevola indifferenza, tenendo in pugno intere famiglie o la malcapitata che lo ha avuto in sorte.
Aggiungo purtroppo che non sempre sfolgora lo sguardo lucido da parte delle donne perché fraintendono tali comportamenti a causa di abitudine, rassegnazione atavica, o inconsapevole e ostinata sopportazione/cecità.
Siccome niente viene per niente, oggi Fausto Brizzi mi ha fatto pensare.
Lo metto a fattore comune: vuoi vedere che magari ci fa pensare un po’ tutte? Bando alle ipocrisie, naturalmente, soprattutto con noi stesse!
NB: il loro figlio porta il cognome della madre.
Lucia Talarico