GAZA

“Disperati, senza più nulla, nel nord della Striscia SI E' TORNATI A MANGIARE MANGIME PER ANIMALI, FARINA SCADUTA, FARINA MESCOLATA CON SABBIA E FOGLIE. Mentre a qualche metro, ai cancelli della prigione-Gaza, centinaia di camion stracolmi di tutto attendono di entrare: potrebbero sfamare la popolazione per almeno quattro mesi, dicono dall’Onu.”
===
<< Quando cade una bomba senti un rumore «forte, forte», dice Jana portandosi le mani alle orecchie. La casa, spiega, inizia a tremare e tu pensi che «piano piano» ti crollerà addosso. Jana dice che quel rumore «forte forte» a lei fa sempre tanta paura, allora ti conviene correre tra le braccia della tua mamma che stringe anche tutti i tuoi fratelli e «ti protegge». Così non muori, spiega la bambina di cinque anni, esperta di guerra. Poi però c’è Mohammed che grida «Allah, fai che mia madre sia viva», accanto al corpo della donna che non lo abbraccerà mai più. Piange, e delle nuvole di polvere sbuffano dalle guance truccate come quelle di un mimo: è la calce della sua casa rasa al suolo. C’è Ghana che da grande vuole fare l’ingegnera per ricostruire tutta Gaza: «Sai come ci divertivamo qui? Era bellissimo». Ha perso la sorella gemella e un fratello in un bombardamento. C’è Khalid che ha 9 anni e dice: «Sono molto forte». Deve pensarlo perché è l’unico sopravvissuto della famiglia.

<< Rashaf ha 11 anni, il viso stranamente gonfio, le ossa del corpo così visibili da poterle contare tutte. «Voglio tornare a pettinare i miei capelli lunghi», racconta con un filo di voce, toccandosi i pochi che le sono rimasti attaccati alla testa. «Se qualcuno la sfiora grida di dolore. È così malnutrita che rischia di morire, deve mangiare pollo, carne, uova, ma non c’è nulla», spiega il padre, mentre mostra una foto di Rashaf prima della guerra: bellissima.
Sono i bambini di Gaza. Piccoli corpi senza vita in fila in un corridoio di un ospedale. Occhi castani sbarrati, senza più nessuno da cercare. Salme leggere avvolte in lenzuoli bianchi, sorrette da padri disperati. Cadaveri ammucchiati in camion della morte. Volti impolverati. Neonati sulle ginocchia di madri orfane di altri figli.

<< Ieri, il ministero della Salute palestinese ha detto che in 24 ore sono state uccise 153 persone dai raid dell’autorità israeliana. Unicef fa sapere che in due giorni sono morti almeno 45 bambini. Da marzo, da quando il governo di Benjamin Netanyahu ha violato la tregua ricominciando a bombardare l’enclave palestinese, il bilancio è da record: uccisi 950 minori (quasi 20 mila dall’inizio della guerra).

<< Il blocco totale imposto dalle autorità israeliane all’ingresso di aiuti e beni umanitari ha spinto le famiglie della Striscia ad adottare misure inimmaginabili, racconta Save the Children: «Un milione di bambini rischia la fame, le malattie e la morte». Disperati, senza più nulla, nel nord della Striscia si è tornati a mangiare mangime per animali, farina scaduta, farina mescolata con sabbia, foglie. Mentre a qualche metro, ai cancelli della prigione-Gaza, centinaia di camion stracolmi di tutto attendono di entrare: potrebbero sfamare la popolazione per almeno quattro mesi, dicono dall’Onu.
Si aggiunge un numero: 4.500 bambini necessitano di evacuazione medica. «Le uscite mediche dovrebbero essere facilitate senza pregiudicare il diritto dei palestinesi al ritorno sicuro, volontario e dignitoso», dicono da Medici senza frontiere. Da lì arrivano racconti anche al contrario: minori usciti per curarsi e forzati al ritorno.
«È peggio dell’inizio», racconta Sami Abu Omar, dalla Striscia. «Bombardano e noi moriamo come formiche». A pagare quel «peggio» sono soprattutto Jana, Ghana, Khalid e tutti gli altri: dei circa due milioni e 100 mila abitanti, metà sono bambini. Sono gli stessi che ci appaiono nei profili social in quei cortometraggi della disumanità che si fatica a pensare veri. Da dentro, chi ha visto prova a offrire qualche coordinata per renderli reali. A Gaza, dicono, muore un bambino ogni 45 minuti. Oppure, immaginate una palestra di una scuola dove ci sono cento studenti: due sono stati uccisi, due sono dispersi, tre sono feriti, cinque sono orfani, cinque richiedono un trattamento per malnutrizione acuta.>>
Corriere della Sera, 18 maggio 2025