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Dunque: Paolo Guzzanti, giornalista, ex parlamentare, 85 anni, versa in miseria e sul Corriere di oggi racconta che gli sono rimasti 14 euro, ragione per la quale ha inviato un sms di aiuto ai suoi amici.
Il suo cahier de doleance continua col riportare che gli resta disponibile solo un terzo della pensione, che l’Assicurazione dei giornalisti paga le spese sanitarie “in parte”, che i due divorzi sono stati molto onerosi e che i figli, Sabina e Corrado, sono “noti ma non nababbi”! Mah!
Insomma, c’è stata una colletta che ha totalizzato quattromila euro, che si impegna a restituire con la “tredicesima di giugno”, e comunque la lamentatio continua con “mi sento indifeso” e “la mia amica Sara Manfuso ha voluto socializzare la mia condizione perché è un tema che va oltre la povertà”.
Mah! A me sembra che “il tema” sia esclusivamente la leggerezza e l’impudenza delle sue parole! Mi son venuti in mente tanti modi di commentare: dal nostro un po’ brusco ma efficace “e a lu populo?”, all'universale “hai voluto cantare, adesso balla!” della formica alla cicala, all’altro nostro magnifico suggerimento della "giarra" che "l’hai guardara quandu è china, ca’ quandu è vacanta, chi a’ guardi a ffara?!”, regola di vita di ogni persona di buon senso!
1, Francamente che mi debba dispiacere ed empatizzare con Guzzanti, no.
2, Il Corriere che riferisce tali vicende mi fa piangere!
3, I personaggi privilegiati che chiedono comprensione e solidarietà per faccende economiche mi disgustano.
Quanto sopra è un insulto a tutti coloro che sono in vere difficoltà che si rivelano sempre gravissime per le persone normali, non graziate da stipendioni e pensionone.
Un po’ di pudore non guasterebbe, possibile che abbiamo perso ogni senno?
Lucia Talarico
Lucia Talarico