LA SANITÀ DELL’EMILIA ROMAGNA E LO ZIO CARATOZZOLO, di Lucia Talarico

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Sono perennemente sbalordita per la cortesia, il garbo, la competenza e la disponibilità degli addetti al Front Office della Sanità dell’Emilia Romagna.
Lo avevo già sperimentato altre volte ma ogni volta è per me straordinario. Abituata ai modi spicci e rudi (eufemismo!) della Sanità calabrese, tutto mi meraviglia e addirittura mi commuove.
Qui si è seguiti, accompagnati, affiancati con grazia e premura in un circolo virtuoso che è il primo anello concentrico della cura e della consolazione.

Stamattina, per contingenze diverse, ho dovuto prenotare, disdire, prenotare ancora, disdire un’altra volta e finalmente prenotare con sicurezza.
Alle mie scuse, le reazioni degli addetti sono state:
- Nessun problema, non si preoccupi;
- Non si preoccupi, può succedere;
- Stia tranquilla, siam qui apposta;
- Ci penso io, non si preoccupi;

“Nta a Calabria?” (cit. Franco, oh Franco!) Lo “zio Caratozzolo” mi avrebbe mandata a quel paese, “la signora Pautasso” non ci sarebbe stata e la risposta più probabile e meno cruenta avrebbe suonato più o meno così:- “A signo’, però deciditivi ca aiu cchi fara!”.

Però può succedere anche peggio!

Viva la Sanità dell’Emilia Romagna. Viva la cortesia, la buona educazione, la competenza e l’appartenenza al proprio ruolo.

A quando “Nta a Calabria?”
Lucia Talarico