IL DOLORE, di Lucia Talarico

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Io sono costantemente addolorata. Per la guerra, per le ingiustizie, per la povertà, per le disgrazie altrui, per il Mondo intero.
Dormo poco, penso molto (anche mio malgrado), rifletto, ascolto, leggo. Tutto mi fa molto male. Trovo che l’essere umano è folle e crudele. Mi fa male fare parte dell’essere umano.

Sentire e vedere personaggi e personaggetti che disquisiscono sempre sorridenti e rilassati su temi tragici, mi scandalizza, mi turba, mi annichilisce. Non dico che si debbano strappare i capelli, ma tutto quel salottiero, quelle conversazioni amene, quella leggerezza, quel discorrere come si parlasse di villeggiatura e non di drammi, carne e sangue, a me fa orrore.

È un teatro i cui attori sono paghi di civettare, mettersi in mostra e intascare cachet e visibilità. Li guardo nella loro postura rilassata, nei loro sorrisi a trentadue denti, nel loro stupido intrattenere o arringare, e il mio cuore si indigna talmente tanto da accelerare i suoi battiti. Per non dire dei politici che ci imbrogliano maleficamente in maniera palese perseguendo soltanto i loro loschi fini.

Mi sento espropriata della mia vita, per tutti i mascalzoni che me la rovinano. Tutto molto ingiusto, ma tutto lampante: si chiama p-o-l-i-t-i-c-a.
E lo sdegno, con il disagio di vivere, sale, sale, sale…
Lucia Talarico