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Pazienza, ho sempre saputo che non è un tipo romantico, mi accontento pertanto della praticità.
Praticità e perizia sono anche della mia tata, Mary Poppins la chiamo io, che è una preziosa presenza e pulisce i carciofi divinamente.
Io cosa faccio? Faccio altro! Amministrazione, burocrazia, corrispondenza, dichiarazione dei redditi, bollette, sanità, governo della casa, organizzazione e logistica, scorte di magazzino, risparmio, statistiche, doxa, acquisti, regali, obblighi… se vi par poco!

Ma torno ai carciofi.
Li guardo posati sul tavolo ed è un lampo. Gli occhi verdi di mia Mamma, i carciofi del venerdì e del Sabato Santo.
Patate e carciofi, carciofi ripieni, oppure gratinati con pecorino, aglio e pane grattugiato che poi, schiacciati con la forchetta e mantecati con l’acqua di cottura della pasta, vanno a condire stupendi spaghetti…
E insomma, da qui a lì, da là a qua, ecco pronta la Madeleine con il plus delle ricottine dorate e fritte. Di pecora, rigorosamente.
C’è da riferire che nella famiglia, per tale preparazione, le scuole di pensiero sono due: mia mamma le passava nell’uovo battuto e nel pane grattugiato, mia suocera no, per lei solo farina e uovo battuto. Io propendo per la seconda versione… “molto fine… delicato…”, come dice la signora dal macellaio a Sophia Loren per il ragù in “Sabato, domenica e lunedì”, quando immediatamente partì la zuffa. Se non la ricordate, vale la pena di cercarla e rivederla. Un capolavoro.
Sto divagando troppo, vi chiedo scusa.
Madeleine del sabato sera. Carciofi in terracotta e ricottine fritte. Vino bianco freddo e dessert di mele cotte nel vino con miele e amaretti croccanti sparsi all’ultimo minuto.
I ricordi ci prendono e ci riportano presenze e grandi affetti. Siamo stati fortunati. Speriamo di replicare per i ragazzi vicino a noi.
Mio marito sorride, certo non è un romantico ma il cuore ce l’ha!
Lucia Talarico

Lucia Talarico