MADELEINE PER FEBBRE ALTISSIMA A NAPOLI, di Lucia Talarico

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Il post di Maria Antonietta Giusti mi regala un’altra Madeleine. La riforma Gentile riguardò anche mia madre che provenendo dall’Istituto Magistrale poté frequentare il Magistero e non l’Università.
Siamo a Napoli, Suor Orsola Benincasa, anni 1947/1948.
Mia mamma diciottenne, bellissima, occhi verdi e boccoli biondi.
Il viaggio per Napoli da Catanzaro era lungo e avventuroso, mio nonno ovviamente l’accompagnava. Alto, lui, prestante, autorevole e autoritario, gelosissimo della figlia, impossibile contraddirlo o anche soltanto opinare.
In quel lungo viaggio in treno, mio nonno fu preda di una febbre altissima e, quando LA SERA finalmente scesero a Napoli, lui aveva perduto la cognizione del tempo e credette fosse MATTINO. Erano le 20,00 per lui le 8,00!
Mia mamma dopo un debolissimo tentativo di convincerlo, desistette… aveva soltanto 18 anni ed era sempre intimorita da quella figura paterna così decisa e indiscutibile.
Era inverno, pioveva, faceva freddo, le luci si vedevano nelle case… In una di queste a pian terreno mamma scorse una tavola apparecchiata con i commensali che mangiavano la pasta con i fagioli!
Si stupì ma si rese subito conto che NON POTEVA ESSERE MATTINA.
Timidamente si rivolse al padre: “Papà, sono le otto di sera. Quelle persone mangiano la pasta con i fagioli!”, e lui: “Ma come? Non lo sai che i napoletani sono dei mangioni e mangiano a tutte le ore?”.😃😃😃
Mamma, poverina, si rassegnò e al collegio del Suor Orsola dove si era iscritta ovviamente non aprirono il portone.
Così, aspettò in albergo che al papà la febbre si abbassasse per poter lui riprendere la nozione del tempo e lo sguardo corretto sull’orologio.
Grazie, Maria Antonietta, i tempi sono quelli del tuo bel post, uguali e un po’ sacrificati, bui per certi versi, rispettosi e densi di valori per altri.
Noi ne abbiamo ascoltati i racconti, che hanno formato quello che siamo oggi.
In fondo non male, assolutamente non male.😀
Lucia Talarico