Oggi è il 26 Febbraio, San Fortunato. Era l'onomastico del mio papà, una data per noi importante. Mamma, bravissima pasticcera, preparava la crostata alsaziana, squisita torta fatta con la farina di mandorle e marmellate diverse a fare da scacchiera multicolore, io impacchettavo regali, tonnellate di Baci Perugina, quintali di stecche di cioccolata fondente, i cannoli di ricotta acquistati da Angelo, e biglietti, bigliettini, letterine, auguri, baci, cuori, carezze. Un tempo fatato. Papà naturalmente si aspettava tutto ma non lo dava a vedere regalandoci sempre una sorta di stupore amorevole e generoso.
Il pomeriggio arrivava zia Isabella, fresca di messa in piega, elegante, con la spilla d'oro sul bavero del cappotto e il suo profumo che restava in casa per giorni... Era sua sorella, grande affetto, grande senso della Famiglia, grandi tenerezze e premure reciproche. <<Isabe'!>>, <<Fortuna'!>>.
Non mancava il regalino, una cintura, un dopobarba, o un portafoglio, un portachiavi. Poi telefonate di auguri, nipoti lontani per "zio Fofo'", in un cerchio di amore che oggi mi sbalordisce e mi rende nostalgicamente quasi incredula. Un tempo fatato, forse perché lontano, forse perché invecchio, forse perché davvero non esiste più.
Mio papà, mia mamma. Non sono più "figlia", non ho più i genitori. Sono tristissima, tutto è diventato un po' grigio. Il tempo passa e la nostalgia aumenta, il tempo corre e mi sento stranita, il tempo vola e le date e i ricordi invece rallentano, nitidi.
Perché scrivo questo personalissimo post? Perché è il mio abbraccio per lui. Mi sembra di rendergli merito, di lasciare giusta testimonianza, di superare il pudore dei sentimenti per scrivere "E' mio padre", un uomo buono, un uomo degno, la mia eterna roccia e la mia immensa gratitudine.
Lucia Talarico
Lucia Talarico