Arrivano tre ragazzi vicino a noi, li guardo distrattamente, i due maschi mi sembrano adulti, la "bambina" sembra avere otto/dieci anni e penso sia la figlioletta di uno dei due.
Sbaglio clamorosamente.
I tre si accomodano sui lettini e la ragazzina, giovanissima, si siede in braccio a uno dei due. Costui inizia a stringerla e palpeggiarla, toccamenti espliciti e imbarazzanti, stendendosi sul lettino e continuando nell'esibizione. Non era la figlia, evidentemente, e lui non era il padre.
A disagio, mio marito e io abbiamo prima girato le nostre sedie per non avere lo spettacolo recitato in diretta live ma dopo poco, contriti, noi (!), contriti, abbiamo preferito andarcene.
Che c'entra? C'entra.
Questo è quanto ci tocca, sdoganata l'esibizione del corpo delle donne, la sua mercificazione, il suo utilizzo e "l'utilizzatore finale" (cit. Ghedini).
Questo è perché ci tocca: Drive In, Uomini e Donne della De Filippi, le Letterine, le Meteorine.
Questo è l'esempio che libera tutti: la nipote di Mubarak, liquidata poi con pacchi di miliardi, e le Olgettine, sopra tutte, lautamente retribuite e a disposizione dell'imperatore.
Come dimenticare il ragionier Spinelli, addetto ai pagamenti, e le risse tra le ragazze, quanto ti ha dato, quanto mi ha dato, seimila-euro-per-una-sera. Complice, complicissimo, "Il silenzio dei padri nelle notti di Arcore", il potente pezzo di Claudio Fava, con i padri che dicevano alle vergini del Drago "Dove ti ha messo le mani? In mezzo alle cosce, roba così?", raccomandando loro la pazienza, "Amo', ci risolve un sacco di problemi!"
Anche "quella" Lamborghini è figlia di questi trent'anni di dissenatezza. La celebrazione dell'apparire sfrenato, l'inculcare il desiderio di guadagni facilissimi, l'azzeramento della serietà e della laboriosità, lo spingere su folli acceleratori. Evadere le tasse è consentito, anzi lodevole, il Bunga Bunga è un'allegra ed elegante cena del Presidente del Consiglio, la Minetti si traveste da suora e orchestra le serate, Emilio Fede, Lele Mora, e l'impudico "ciarpame", che dalla "corte del Drago" (V.Lario) inevitabilmente è disceso fino a noi, travolgendoci.
E' questa la gigantesca responsabilità, è questo che probabilmente è impossibile ormai contrastare.
E' questo che secondo me è intollerabile, più più e più degli intrallazzi, delle condanne, della corruzione e di ogni sporchissima compravendita... Ma forse è un mefitico calderone nel quale la puzzolente mistura è tragicamente indivisibile.
Lucia Talarico
Lucia Talarico