Questi uomini così intelligenti, potenti, capaci, intuitivi, geniali per molti versi, avrebbero il preciso dovere di far progredire il loro Paese e non soltanto le loro aziende. Gli innegabili talenti di cui sono stati dotati avrebbero dovuto essere virtù e non vizi, servizio e non impero, inclinazione al bene e non alla tragica operetta. Certamente l'uomo è stato un incontestabile "capitano" ma purtroppo per lui ha fallito e nel fallimento ha trascinato gli stolti che gli hanno regalato le chiavi dell'Italia, Sinistra compresa naturalmente.
Ritengo il lutto nazionale assolutamente fuori luogo.
Riporto di seguito una interessante Rassegna stampa.
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Nel profluvio di articoli dedicati a Silvio Berlusconi dalla stampa internazionale, trovarne di encomiastici risulta praticamente impossibile, ma anche l’idea di un esercizio equilibrista tra critiche e riconoscimenti non sembra aver sfiorato i grandi media. Ai fan del tre volte presidente del Consiglio sembrerà un accanimento ingeneroso e parziale, ai suoi critici instancabili suonerà invece come una vuota consolazione a fronte di decenni di sconfitte. Ai semplici osservatori, che cerchino di capire le ragioni di una tendenza innegabile, resta la constatazione di come questo eccezionale comunicatore sia riuscito a sedurre gran parte degli italiani ma non chi fa opinione nel mondo. Chi fa opinione nel mondo, però, deve probabilmente interrogarsi sul distacco tra la l’immagine negativa di Berlusconi e il suo indiscusso ruolo di modello per molti leader stranieri di successo. E dunque per molti altri elettorati, oltre a quello italiano. Da questo punto di vista, la ricetta di Berlusconi, discutibile e controversa quanto si voglia, ha avuto un successo mondiale.
Qui abbiamo scelto quattro grandi testate (e se vi capita di leggere autorevoli analisi internazionali positive, mandatecele per favore: non c’è stato tempo e modo di trovarle).
Berlusconi il seduttore
«Berlusconi era molte cose. Un immobiliarista il cui braccio destro è stato condannato a sette anni di carcere per i suoi legami con la mafia. Un rivoluzionario dei media che ha introdotto la televisione commerciale in Italia, stabilendo una morsa sull’ecosistema informativo del Paese. Il raggiante proprietario della squadra di calcio del Milan. Il primo ministro più longevo dell’Italia del dopoguerra. Un magnate degli affari condannato per frode fiscale. Un politico caduto in disgrazia a causa di notizie su orge “bunga bunga” e sesso con una prostituta minorenne. Soprattutto, Berlusconi era un seduttore. Dagli esordi come crooner occasionale sulle navi da crociera, al periodo in cui è stato venditore di immobili, fino ai decenni in cui è stato un politico che sorrideva agli italiani dai programmi televisivi che andavano in onda sui canali di sua proprietà, Berlusconi era spudoratamente concentrato su una cosa: conquistare chiunque gli si parasse davanti. “Pensate a quante donne ci sono là fuori che vorrebbero venire a letto con me, ma non lo sanno”, ha dichiarato in un libro sulla sua ascesa al potere. “La vita è un problema di comunicazione”». (Politico)
«Oratore e showman di talento, che da giovane cantava sulle navi da crociera, Berlusconi è stato eletto per la prima volta primo ministro nel 1994, dopo gli scandali di “Tangentopoli”, che avevano smantellato la struttura di potere dell’Italia del dopoguerra e rimosso il suo patrono politico, l’ex premier Bettino Craxi, dalla carica. Berlusconi annunciò notoriamente che sarebbe “sceso in campo” in politica per realizzare riforme di stampo imprenditoriale, una mossa che i suoi sostenitori inquadrarono come un sacrificio disinteressato per il Paese, ma che i suoi critici considerarono un cinico sforzo per proteggere i suoi interessi finanziari e assicurarsi l’immunità dai procedimenti giudiziari legati ai suoi affari». (New York Times)
«Berlusconi ha usato il suo impero mediatico per manipolare — e per più di 20 anni dominare — la politica italiana, che per lungo tempo era stata ideologica. È stato come se avesse trasformato un’immagine in bianco e nero in una televisione a colori con infinite ore di programmazione di reality show, di cui era il maestro indiscusso. L’impatto sulla cultura del Paese è difficile da sopravvalutare. A tratti clownesco e subdolo, ottimista e cinico, populista con i piedi per terra ed elitario stratosferico, è stato la linea di faglia lungo la quale l’Italia si è spezzata». (New York Times)
Berlusconi il pluri-imputato pluri-assolto
«I suoi governi hanno dedicato una quantità spropositata di tempo a leggi che sembravano fatte su misura per proteggerlo da decenni di processi per corruzione. Una legge ha annullato una sentenza del tribunale che avrebbe imposto a Berlusconi di cedere una delle sue reti televisive; altre hanno declassato il reato di falso in bilancio e dimezzato i termini di prescrizione, abbreviando di fatto diversi processi riguardanti le sue aziende». (New York Times)
«Ha affrontato almeno 36 processi, con accuse che andavano dal falso in bilancio alla corruzione di giudici, subendo diverse condanne dopo che il suo governo aveva abbreviato i termini di prescrizione o modificato in altro modo la legge. (Allo stesso modo, il suo mausoleo, illegale all’epoca della sua costruzione perché troppo “vicino alle abitazioni umane”, è stato reso legale dalla modifica del 2003 del suo governo a una legge di 200 anni fa). Spesso accusato dalla stampa di avere legami con la mafia, ha altrettanto spesso negato. L’unica accusa rimasta in piedi è stata una condanna per frode fiscale nel 2013, che gli ha impedito di ricoprire cariche per sei anni. La condanna dello stesso anno per aver pagato una ragazza di 17 anni a scopo sessuale e per aver abusato del suo ufficio per coprire il tutto è stata poi annullata in appello». (Politico)
«Nessun politico al mondo, nemmeno Netanyahu, ha affrontato nel corso della sua carriera un numero e una gamma di accuse penali paragonabili a quelle di Berlusconi. Ma lui ha stremato i suoi procuratori con tattiche dilatorie, un’incessante pressione da parte dei suoi media e infine, quando è stato necessario, modifiche alla legge che gli hanno garantito di non dover andare in prigione e di poter rimanere in politica» (Haaretz)
Berlusconi lo statista incompiuto
«Berlusconi ha ricoperto la carica di premier per un totale di nove anni, diventando così il primo ministro più longevo dell’Italia del dopoguerra. Per questo motivo ha una responsabilità ineludibile, anche se non esclusiva, per il declino economico nazionale e per gli standard talvolta deplorevoli della vita pubblica che hanno coinciso con i suoi due decenni ai vertici della politica». (Financial Times)
«Sebbene Berlusconi si sia presentato in campagna elettorale come riformatore e abbia ricoperto per tre volte la carica di primo ministro, non ha lasciato un’eredità di leggi efficaci. Implacabile autopromotore, che non disdegnava di suonare a ripetizione il jingle della sua campagna elettorale nella sala d’attesa del suo ufficio, il suo tempo al comando dell’Italia è trascorso tra piccole lotte politiche e battaglie con la stampa e la magistratura. Prima della sua espulsione definitiva dal potere nel 2011, l’Economist lo ha descritto come “l’uomo che ha fregato un intero Paese”. Ma come figura politica, è innegabile che abbia lasciato il segno in Italia e nel mondo. Con il suo stile da showman, Berlusconi è riuscito a superare scandali che avrebbero distrutto la maggior parte dei politici, facendo da apripista a una nuova forma di populismo mediatico che in seguito avrebbe scatenato paragoni con l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump — un uomo che lui stesso ha definito “troppo arrogante”». (Politico)
«Berlusconi si vedeva sia come un uomo che si era fatto da sé e che non aveva mai perso la sintonia con la gente comune, sia come un crociato per i valori della libertà e della concorrenza del libero mercato che definivano la civiltà occidentale. Berlusconi ha suscitato appassionate rivendicazioni a suo sostegno e contro sé stesso. La sua traiettoria attraverso la storia italiana moderna è stata veloce, misteriosa e mai noiosa; ma se ha cambiato l’Italia più di quanto i suoi avversari volessero, sono senza dubbio sollevati dal fatto che l’abbia cambiata meno di quanto lui stesso avrebbe voluto». (Financial Times)
Berlusconi l’edonista scandaloso
«Il danno delle accuse di corruzione è stato aggravato dalle accuse di aver pagato per fare sesso con una ragazza minorenne soprannominata Ruby Rubacuori. In seguito è stato assolto, ma la storia ha fatto gola alla stampa scandalistica mondiale. Così come le notizie secondo cui avrebbe organizzato festini sessuali “bunga bunga” con donne presumibilmente procurate da un conduttore del telegiornale di uno dei suoi canali e da un’ex igienista dentale e showgirl diventata consigliera regionale di Milano. Berlusconi ha sostenuto che si trattava solo di cene eleganti». (New York Times)
«Gli scandali hanno suscitato proteste su larga scala da parte delle donne. Anche la Chiesa cattolica, una forza influente nella politica italiana che spesso aveva tenuto il muso quando si trattava di Berlusconi, ha segnalato che ne aveva abbastanza. Ma ciò che ha veramente spodestato Berlusconi dal potere non è stato un improvviso risveglio etico in Italia o una marea di intolleranza verso le sue abitudini extracurricolari, bensì l’inarrestabile crisi del debito europeo e la mancanza di fiducia dei leader europei e dei detentori del debito nel fatto che egli potesse guidare il Paese fuori da questa crisi. Quando alla fine si è dimesso nel 2011, in mezzo a una coalizione conservatrice fratturata e a un malessere nazionale generale, una buona parte del danno sembrava essere stata fatta. Molti analisti lo ritenevano responsabile di aver danneggiato la reputazione e la salute finanziaria dell’Italia e consideravano il suo periodo al potere un decennio perduto da cui il Paese aveva faticato a riprendersi». (New York Times)
«Le campagne di Berlusconi a favore delle famiglie hanno spesso avuto il sostegno della Chiesa. La sua fede nello spirito imprenditoriale era incrollabile. Ma a tutto ciò si aggiungeva un edonismo senza vergogna che valorizzava la ricchezza, la bellezza e l’adorazione del vigore giovanile, come dimostrava l’immagine da showgirl delle donne che promuoveva nei suoi canali televisivi e talvolta nel governo. Ne è emerso un ideale di playboy aggiornato che ha lasciato il segno nell’immaginario e nelle aspirazioni di innumerevoli italiani». (New York Times)
«Per gli italiani, Berlusconi è stato un intrattenimento costante — sia comico che tragico — fino a quando non lo hanno fischiato fuori dal palco. Ma lui ha continuato a tornare. Per gli economisti, è stato l’uomo che ha contribuito a far crollare l’economia italiana. Per i politologi, rappresentava un nuovo e audace esperimento sull’impatto della televisione sugli elettori. E per i giornalisti dei tabloid, era una deliziosa fonte di scandali, gaffe, insulti volgari e scappatelle sessuali». (New York Times)
Berlusconi il populista pre trumpiano
«In definitiva, Berlusconi è stato molto di più della sua permanenza in carica, delle politiche che ha introdotto o degli alleati che ha sostenuto. Il suo approccio alla vita pubblica, spesso oltraggioso, che ha stravolto le norme e che è diventato noto come berlusconismo, lo ha reso il politico italiano più influente dopo Mussolini. Trasformò il Paese e offrì un modello diverso di leader, che avrebbe avuto eco in Donald J. Trump e non solo». (New York Times)
«Era un amico e un’ispirazione per i politici che la pensavano come lui in tutto il mondo. Netanyahu era solo uno di loro. Berlusconi ha cercato presto il giovane Viktor Orbán, riconoscendo in lui un affine “democratico illiberale” che, come lui, cercava di trarre vantaggio dagli abbondanti fondi dell’Unione europea senza conformarsi ai suoi valori. Orbán fu invitato a una partita del Milan allo stadio di San Siro, dove i due si sono confrontati sull’idea di fondare partiti politici che servissero da piattaforme personali. Come il primo ministro ungherese, Berlusconi è stato un primo membro del fan club di Vladimir Putin. È diventato anche un amico intimo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, visitandolo spesso a Istanbul per partecipare a eventi di famiglia». (Haaretz)