#emiliaromagna #alluvione #luttoinsopportabile
La politica ci distrae con il premierato forte, l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, il Ponte sullo Stretto, i giornali seguono nel fintissimo racconto della realtà.
Sento una mortificazione profonda per la tragedia dell'Emilia Romagna, identica a quello che ho provato per il Ponte Morandi di Genova e tante altre sciagure che gli italiani siamo costretti a sopportare. Lutti, lacrime, anziani smarriti ricoverati nelle strutture, "il popolo" annientato, impotente e vinto. Comune denominatore di tanto insopportabile pianto è l'ingordigia, l'avidità, lo smodato accumulo di ricchezza, gli amici accontentati, con una classe politica e dirigente proiettata soltanto a resistere in sella il più a lungo possibile.
L' Italia è un corpo ammalato e dolente, coloro che sono chiamati a preservarla e curarla la scaraventano in un'agonia sempre più profonda. Gli Italiani? Imbelli, inetti, instupiditi. Si schierano pro o contro Fabio Fazio, si accapigliano per lo scudetto, si occupano delle prossime vacanze, completamente ignari del disastro che ci sta travolgendo.
La politica ci distrae con il premierato forte, l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, il Ponte sullo Stretto, i giornali seguono nel fintissimo racconto della realtà.
Personaggi marci e corrotti ci impongono scelte, furbastri decidono, corruzione e malaffare strisciano quotidianamente nelle nostre piccole vite e noi facciamo finta di niente.
Dovremmo mobilitarci tutti in un'onda inarrestabile di sdegno e ribellione, dovremmo urlare protesta e disgusto e invece restiamo inerti, rimbecilliti e rassegnati.
Lucia Talarico
«Emerge che tra le cause principali della tragedia c’è il vecchio problema del consumo del suolo. La legge regionale Bonaccini sul “consumo zero” del 2017 non lo ha fermato. Anzi. In vista dell’avvio della norma, più volte rinviato, i cantieri si sono moltiplicati. Ravenna è la seconda città più edificata d’Italia, Reggio Emilia la quarta e Modena la sesta. Tra il 2020 e il 2021 l’Emilia-Romagna ha consumato 658 ettari di suolo (78 ad alta pericolosità idraulica) e la sola Ravenna 114. Forlì, città di 118mila abitanti, ha approvato 97 nuovi supermercati. La metà è in costruzione. Gli ultimi 12 sono già sott’acqua. Letti di fiumi e canali sono deviati e rimpiccioliti. Le aree demaniali intorno, necessarie a reggere l’impatto dell’espansione delle acque, sono persino concessi in affitto ad altri scopi».
Lucia Talarico
«Emerge che tra le cause principali della tragedia c’è il vecchio problema del consumo del suolo. La legge regionale Bonaccini sul “consumo zero” del 2017 non lo ha fermato. Anzi. In vista dell’avvio della norma, più volte rinviato, i cantieri si sono moltiplicati. Ravenna è la seconda città più edificata d’Italia, Reggio Emilia la quarta e Modena la sesta. Tra il 2020 e il 2021 l’Emilia-Romagna ha consumato 658 ettari di suolo (78 ad alta pericolosità idraulica) e la sola Ravenna 114. Forlì, città di 118mila abitanti, ha approvato 97 nuovi supermercati. La metà è in costruzione. Gli ultimi 12 sono già sott’acqua. Letti di fiumi e canali sono deviati e rimpiccioliti. Le aree demaniali intorno, necessarie a reggere l’impatto dell’espansione delle acque, sono persino concessi in affitto ad altri scopi».
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