Diaspora e seconda vita dei Cinque Stelle, di Emanuele Buzzi

Corriere della Sera
"Quello che abbiamo vissuto nel Movimento in tutti questi anni resta una parte indelebile di noi". E noi ci crediamo! Ammonta a circa un milione di euro soltanto per la legislatura del 2018... Se non è "indelebile" ciò!

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Emanuele Buzzi, Corriere della Sera di oggi:

MILANO. Uno, nessuno, o forse centomila. All’inizio, però, per tutti ci sono stati i meet up di Beppe Grillo prima e il Movimento 5 Stelle: primi passi nel mondo politico. Ora molti stellati che hanno lasciato il partito o sono stati espulsi proseguono il loro percorso. Dall’estrema sinistra all’estrema destra è possibile rintracciare ex più o meno delusi dalla loro precedente vita politica.

Quello di Giancarlo Cancelleri, passato a Forza Italia, è solo l’ultimo di una lunga serie di addii. La prima fu Vincenza Labriola, pugliese, transitata da Forza Italia, rieletta nel 2018. Poi i parlamentari o i big che hanno lasciato il Movimento sono fioccati come neve, a decine, a centinaia. Così si possono trovare una truppa di ex in Fratelli d’Italia (Walter Rizzetto, Salvatore Caiata e Rachele Silvestri) o un assessore in quota Pd (Max Bugani) a Bologna. O addirittura, chi, come Federico Pizzarotti, simbolo del grillismo della prima ora, è diventato presidente di un altro partito, +Europa, conquistando il nuovo ruolo nel giro di pochi mesi. Non manca ramo o colore politico in cui non figurino ex.

Molti, però, non si sono limitati a transitare in un partito, ma hanno dato vita a nuove formazioni o associazioni. L’ultimo, ma solo in ordine di tempo in questa Spoon river stellata è Emanuele Dessì. L’ex senatore è presidente di Noi, un partito che si pone come obiettivo quello di «consolidare i rapporti di amicizia e collaborazione con le comunità, i governi e le ambasciate dei Paesi che oggi combattono il neocolonialismo imperialista della Nato». Ma Dessì è l’ultimo di una lunga catena di tentativi. Alle Politiche 2022 sono stati in lizza Gianluigi Paragone con Italexit e Luigi Di Maio (ora in pole position per diventare inviato Ue per i Paesi del Golfo) con Impegno Civico. In Parlamento prima ancora gli ex, fuoriusciti dopo la decisione del Movimento di aderire al governo Draghi, si erano riuniti ne L’Alternativa. Una piccola truppa di deputate (Simona Suriano, Doriana Sarli, Yana Ehm e Silvia Benedetti) aveva aderito al progetto di manifestA lanciato da Luigi de Magistris.

Ora, invece, altri ex provano a lavorare in prospettiva. Barbara Lezzi e Nicola Morra hanno dato vita a Equa e potrebbero sostenere già alcuni candidati sindaci alle prossime Amministrative di maggio. Anche Alessandro Di Battista è tornato in campo: per il momento con la sua associazione «Schierarsi» è impegnato «solo» nell’attivismo: «La politica non è una professione, le professioni sono altre. Pensare alla politica come professione è un auto-ricatto: uno non si schiera per non subire contraccolpi», ha detto al suo debutto con la nuova associazione.

Intanto, però, l’universo di ex si espande: da un mondo, quello del M5S delle origini ora diventato contiano, a mille universi. «Ma quello che abbiamo vissuto nel Movimento in tutti questi anni resta una parte indelebile di noi», chiosa un ex.