E le famigerate "commissioni" sono risibili mentre permane soltanto la volontà del nero e dell'evasione! Vergogna italiana con le tasse sempre e soltanto a carico dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
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Tirando le somme: la media per i pagamenti con carta di debito o bancomat è dello 0,7%. Fino alla fine del 2023 PagoBancomat ha azzerato tutte le commissioni sotto i 5 euro. Vuol dire che la colazione al bar pagata con bancomat non ha costi per il barista. Invece le commissioni delle carte di credito viaggiano mediamente sull’1,2%. Significa che su un conto di 20 in euro in pizzeria il margine per l’esercente viene eroso di 24 centesimi. A tutto questo bisogna poi aggiungere il canone per l’uso del Pos, in media 14 euro al mese. (...)
Quanto alle commissioni per i tassisti,
su una corsa da 20 euro con carta di credito sono 30 centesimi, con bancomat sono 10 centesimi. Certo poi ci sono quelle collegate a carte aziendali o extraeuropee, dove la percentuale può anche arrivare al 3%, ma sono solo l’1% del totale, e su tragitti dall’aeroporto.
Nel confronto con altri Paesi europei, le commissioni italiane sui pagamenti con il Pos non risultano esose, anzi:
In Italia le commissioni medie sono fra le più basse. Dall’analisi di Bankitalia e Prometeia, relativa al 2021, emerge che in Norvegia dove il 56% degli acquisti si fa con moneta elettronica le commissioni sono le più alte: l’1,5%. Nel Regno Unito il 66% dei pagamenti è fatto con carta e le commissioni sono allo 0,8%. In Italia, Francia e Spagna le commissioni medie sono rispettivamente dello 0,7, e 0,4%. La spiegazione sta nel fatto che in questi tre Paesi è più elevata la presenza della grande distribuzione: facendo enormi volumi, il circuito di gestione dei pagamenti applica commissioni molto basse, che vanno poi a incidere sulle medie nazionali.
Concludono Gabanelli e Tortora:
Per un commerciante che non voglia evadere è più conveniente incassare contanti o moneta elettronica? Da un punto di vista della sicurezza è noto che meno cash c’è in cassa, più basso è il rischio rapina. Poi va considerato il tempo che serve per preparare la distinta dei contanti da andare a depositare nelle casse continue della banca (gli sportelli automatici sono sempre meno). Un’operazione che la banca ogni volta ti fa pagare. Quel contante la banca lo deve rendicontare, e poi sostenere i costi del trasporto valori e assicurazione per mandarlo alla sua sede centrale, da dove verrà trasportato al caveau di Banca d’Italia. Il costo finale che la banca scarica sul proprio cliente è dell’1%. Inoltre la normativa antiriciclaggio prevede che se in un mese superi i 10 mila euro di deposito in contanti puoi aspettarti una visita della guardia di finanza. A conti fatti i vantaggi stanno a zero. Gli svantaggi invece per il sistema Paese sono devastanti: il cash è il motore dell’economia sommersa, che secondo l’ultimo rapporto Istat supera i 157 miliardi di euro.
DATAROOM, Corriere 19 dicembre 2022
DATAROOM, Corriere 19 dicembre 2022