QUANDO LA BANALITA' UCCIDE DUE VOLTE LE VITTIME DEI FEMMINICIDI, di Lucia Talarico

NO, NO, Manuel Bova, RITIRI QUESTO SUO PEZZO.
Con ogni rispetto io credo che lei (certamente in buonissima fede) abbia alleggerito e "buttato in caciara" la piaga purulenta del femminicidio.

Non è questione di "pregiudizio", come scrive lei nelle risposte ai commenti che le fanno la ola. Ovviamente sì, esistono donne violente ma, altrettanto ovviamente, nella stragrandissima maggioranza dei casi sono gli uomini che uccidono le donne, non il contrario. Questo è, senza se e senza ma.

Pertanto, a mia modestissima opinione, al posto suo chiederei scusa, per aver scritto un pezzo declinato al maschile, gigione sì e "spettacolare" anche, ma che invece - sempre - nella realtà evidenzia la firma di una donna.

Mi reca dolore aver letto questo suo post e, se posso dirlo sommessamente, mi sento insultata. Non oso immaginare come si possano sentire Melania, Elena, Deborah, Ilenia, e tutte le altre vittime di efferati assassini.

Pensare prima di scrivere, pensare moltissimo, soprattutto se si hanno circa centomila followers: si rischia di annacquare e banalizzare qualcosa che è morte e lacrime.
Chiedo scusa se apparirò dissonante, ma l'uccisione anche di una sola donna è violenza inaccettabile e disumana, vietato confondere e fuorviare. Grazie
Lucia Talarico

Bova. La prima volta che ha alzato le mani mi è crollato il mondo addosso.
Ero a pezzi.
Non me l'aspettavo, stavo dormendo.
Al suo rientro ho capito subito che qualcosa non andava.
Era tardi.
Aveva bevuto.
Mi sento impotente.
Dicono che devo ribellarmi, che devo denunciare, che non è una cosa normale.
È facile parlare.
Che ne sapete voi di quello che sto passando?
Lo so che non è normale, lo so che è raro.
Ma succede.
Forse dovrei scappare.
Abbiamo due figli.
Per loro ogni giorno sorrido e vado avanti.
Lo so che sono più forte.
Che potrei uscirne.
Ma ho paura.
Ho paura per la mia famiglia, ho paura di quello che potrebbe fare.
Mi ha tirato contro una bottiglia.
Mi ha colpito in pieno viso.
Mentre i vetri mi ferivano rideva.
Poi mi ha chiesto scusa ma è andata sempre peggio.
Io ci combatto ogni giorno con i pregiudizi.
Perché a volte senti parlare di queste cose ma quando succede davvero tutti ti guardano con compassione e tirano dritto.
Tutti sanno e fanno finta di non sapere.
Vorrei ricominciare ma non posso.
Vorrei andarmene ma non saprei dove.
Continuo a sanguinare in silenzio.
Continuo a sorridere.
Mentre mi guarda e mi sfida a fuggire perché sa che non lo farò.
Poi chiede scusa e sembra andare meglio.
Finché non succede di nuovo.
Ancora.
Ancora.
Pensate di conoscere il pregiudizio?
Pensate che non vi appartenga?
Auguratevi di non trovarvi mai al mio posto.
Auguratevi di non capire, un giorno, che vi siete innamorati della donna sbagliata.
#manuscrivecose

Bova dopo la replica del mio post. Esprimere un parere contrario non è un problema specie se lo si esprime educatamente come hai fatto tu. Mi fa male pensare che qualcuno ritenga che non si debba scrivere di un problema esistente, non me lo sono inventato io, come la violenza sugli uomini perché le donne subiscono questa tragedia maggiormente.
Non lo trovo giusto. Venerdì scorso ho scritto un pezzo rivolto alle donne, perché trovate sbagliato lo stesso pezzo rivolto agli uomini? Non è una delegittimazione del femminicidio anche perché in questo pezzo non si parla di morti ma di abusi. E a volte gli abusi li subiamo anche noi. In numero minore? sì. è un buon motivo per non parlarne? No.
Ti faccio una domanda semplice e ti chiedo onestà nel rispondere: se tuo figlio (se non hai un figlio prova a immaginare) subisse anche da adulto una violenza del genere e provasse a denunciare e tu leggessi una risposta come la tua che hai dato a me non ti farebbe male?
è appena finito un processo dove è stato fatto sentire un vocale della donna che schernisce l'uomo dicendogli "denunciami vedrai in quanti ti crederanno".
Ti abbraccio

Talarico. Mi dispiace, evidentemente non mi comprende e non avverte le vibrazioni dolorose di quanto scrivo.
Di fronte ai tremendi e continui femminicidi, lei contrappone "un problema esistente", "la violenza sugli uomini"! E aggiunge che sarebbe sbagliato non scriverne perché "le donne subiscono questa tragedia maggiormente"!
Le assicuro che mi sento atterrita, sia per la leggerezza che per una sorta di benaltrismo che sento dilagante. Ma... i numeri lei li vede? Basterebbero soltanto quelli ma vedo che, purtroppo, non raccontano nulla.

Bova. Non ha risposto alla mia domanda però. Mi dispiace lei si senta atterrita. Sarebbe semplicistico dire che non comprende ciò che era nelle mie intenzioni. Probabilmente a volte si parla su lunghezze d'onda differenti

Talarico.
La invito a leggere meglio il mio commento, forse l'ha fatto frettolosamente. Ho forse scritto che la violenza sugli uomini non esiste? E' assolutamente scontato che deve essere denunciata, condannata e avversata.
Ma andiamo nel nucleo: leggere il suo post che è l'abito del lutto indossato dalle donne vittime di femminicidio, leggere di ubriachezza, leggere "mi ha colpito in pieno viso"... è di una donna, non di un uomo. Mi sembra anche offensivo e troppo doloroso stare a precisarlo. Lo chieda alle mamme, alle sorelle, alle figlie delle vittime. O lo chieda alla Pivetti che ha condotto "Amore criminale" su Rai3. Ma di cosa parliamo, su!

Bova. Sì e lo capisco ma lei lo chieda a Giovanni. La persona che mi ha raccontato questa storia. La persona che lo ha vissuto. Quello che non capisco e domando scusa ma non lo capisco davvero è il motivo per cui una donna vittima di un abuso dovrebbe sentirsi offesa da una storia vera di un uomo.

Talarico.
Pensavo di saper scrivere e di saper esprimermi, ma forse non è così.