Buongiorno a Tutti, sono commossa per la valanga di affetto ricevuta. Non vi posso ringraziare uno per uno, ma vi amo!
Qui Milano. L'Arcangelo Raffaele svetta sulla cupola dell'Ospedale, le ali bordate d'oro si stagliano e scintillano nel cielo. La notte, illuminato, è bellissimo!
Come da istruzioni, mi presento alle ore 7, piano -2. Ho calzato il berretto dell'esploratore. È sempre questo lo spirito che mi sorregge, curiosità e interesse, voler capire, collezionare notizie ed esperienze che ci arrivano proprio in virtù della vita e anche dell'età, altrimenti i capelli bianchi sono inutili!
I "Marziani" sono pronti, gli angeli pure... Denise, Gloria, Antonio, Roberta, un giovane medico per l'anamnesi, i nomi di tutti non li conosco. Mi
hanno già dotata al polso di un braccialetto rosa con i miei
riferimenti e il codice a barre relativo. L'iter è palesemente ben
collaudato.
Fase uno: montaggio del casco stereotassico. E' una struttura di metallo su cui poi posizioneranno "i pezzi" che loro servono: quello per prendere le misure, per esempio, e soprattutto per fissarmi al lettino, controllare le "strade" scelte, etc.
Lo devono avvitare alla mia testa, non vi impressionate. Serve per stabilire con estrema precisione la via per arrivare al mio Ospite. Mi hanno già messo l'antidolorifico in flebo (che mi supporterà ogni giorno) e ho la mia bella piantana con boccetta dedicata.
Procedono adesso al fissaggio con quattro viti, due sulla fronte e due sulla nuca. Sono... ehm... 4 punturine... ehm... 4 viti, ma sono indispensabili per tenere sempre fissato e fermissimo il casco che ahimè, dovrò tenere, ohibò, sempre, anche di notte!
Procedono adesso al fissaggio con quattro viti, due sulla fronte e due sulla nuca. Sono... ehm... 4 punturine... ehm... 4 viti, ma sono indispensabili per tenere sempre fissato e fermissimo il casco che ahimè, dovrò tenere, ohibò, sempre, anche di notte!
Fase due: risonanza magnetica di controllo per "guida" ai raggi di Ufo Robot. Ovviamente il casco consente di "avvitare" la mia testa al "guscio" posizionato sul lettino, condizione primaria per individuare al millesimo di millimetro le vie percorribili.
Fatta risonanza, adesso mi offrono la colazione: thè, biscotti, succo di pesca.
Fase tre: pronta per Gamma Knife. Mi fanno stendere di nuovo e fissano il casco con dentro la mia testa a una sorta di guscio che lo accoglie. Sono immobile e inamovibile. Saranno 75 minuti complessivi. Scivola il lettino in un macchina/galleria illuminata, cominciamo. Non sento né dolore, né fastidio. Sopporto anche benino la posizione che non è comodissima, mi accompagna una musica dolce e rilassante. Inutile dire che mi hanno spiegato tutto e che sono gentili e sorridenti.
Fase quattro: Tac di controllo. Resto immobile dove sono, dura pochissimo.
L'Angelo Roberta, tecnico radiologo, mi viene ad aiutare per alzarmi, dice che sono stata bravissima. Bravissima "de che?", se si deve fare, si deve fare.
Sono le tredici, mi accompagnano in reparto. Grandissimo, contemporaneo, arancione nei corridoi, verde nelle stanze per due, dotate di ogni comfort, spaziose con bagno e tavolo da pranzo con due sedie. Mi servono un pranzo leggero, ci sono i grissini e le posate vere, non quelle orribili di plastica che non infilzano e non tagliano, zucchine e stracchino, mousse di frutta.
Domani scriverò del reparto.
Mi informano che saranno sufficienti tre sedute e mercoledì pomeriggio mi dimetteranno.
Sono a disposizione per chi volesse informazioni ancora più dettagliate, contattatemi e risponderò. Sono grata al SSN e alla città di Milano, sono grata all''Ospedale San Raffaele, che ha pure l'hotel esattamente di fronte ai reparti, a neanche 100 metri, e sono grata all'eccellenza di medici e Sanitari tutti.
Corre l'obbligo di una nota, importantissima. In Calabria tutto ciò non lo possiamo immaginare e neanche sognare. Penso alla piccola Ginevra di Mesoraca e al dolore dei suoi genitori. Penso ai nostri politici, tutti. Più non voglio dire.
Grazie per la vostra attenzione.
Lucia Talarico