MIO PADRE, di Lucia Talarico

Ecco mio papà Fortunato, in foto con mamma. Oggi è per me una data carissima, San Fortunato, e in questi giorni corrono nove anni dalla sua scomparsa. Porto sempre con me la malinconia del non averlo più, era il mio nume tutelare, la mia forza e io lo amavo, e lo amo ancora, di un amore totale e incondizionato.

Mio padre era un uomo buono, un vecchio insegnante, tanti suoi alunni ancora mi raccontano del "suo" Congresso di Vienna e degli esercizi di aritmetica.

Appassionato di bricolage, aveva "le mani d'oro"!
Calmo, paziente, aggiustava, riparava, si prendeva cura. Sistemava tutto, con una perizia e una precisione che ancora oggi mi intenerisce... Inforcava i suoi occhiali e contemplava attento il lavoro da eseguire: "Un momentino... Devo prima riflettere!"... e gli si accendeva la luce del fare!

Ogni anno, l'8 dicembre, si apprestava a decorare il portone e l'atrio della nostra casa con l'albero, il presepe e tutto un gioco di luci e di melodie che accompagnavano in un mondo incantato. Eravamo avvezzi a quello spettacolo, ma tutte le volte ne restavamo commossi. Tutti gli anni, ogni 8 dicembre,
anche l'ultimo del 2012, dopo il clic del "collaudo" e a luci e meccanismi perfetti, esclamava soddisfatto "Sono il mago dell'elettricità!", mentre a me si stringeva il cuore perché sapevo che inevitabilmente lo avrei perduto!

Era la mia sicurezza, il mio punto di riferimento.
Mi ha trasmesso il senso del dovere, organizzazione mentale e pratica, disciplina, e i primi rudimenti della compilazione della dichiarazione dei redditi, ché ancora non esisteva il modello 730 Precompilato! E ogni 11 novembre recitava con me "La nebbia agli irti colli piovigginando sale...".

Mi amava profondamente come io amavo lui, mi ha regalato protezione, certezze e infinita stima. Il suo "L'hai fatto tu? E allora è fatto bene!" è scolpito nella mia anima, nessuno mai mi ha rivolto parole altrettanto preziose. Sono stata una privilegiata ad averlo ma da quando non c'è si è spenta una luce e nulla è come prima.

Lascio qui la mia testimonianza di figlia, s
ono parole per me indispensabili, ancora di più in questi giorni così aguzzi e particolari.
Grazie a chi leggerà con affetto e gli rivolgerà un sorriso di ricordo.
Lucia Talarico