GIOVANNA CIVITILLO, CHI E' COSTEI? di Lucia Talarico

Il senso di questo nostro tempo assolutamente vuoto e sospeso nelle scemenze è la presenza della moglie di Amadeus a Sanremo. I giornali l'appellano "first lady", le offrono spazio e articoli osannanti, i suoi vestiti riempiono le cronache e "si attende quello di stasera"!

In giallo alla prima serata, con furba sottolineatura di Fiorello, ieri sera in rosso, questa tale Giovanna Civitillo ha il suo momento di gloria. Finora è stata una dimenticata presentatrice di un Prima o Dopo Festival (sempre del marito), una sbiadita inviata della Vita in diretta, e prima ancora una delle "professoresse" (!) dell'Eredità, dove si narra che il garrulo Amadeus sia stato fulminato dall'amore.
Non si ricorda altro di lei, a parte qualche ospitata recente per promuovere il consorte e Sanremo. Da Mara Venier (e ho detto tutto) è stata trattata come Madame Curie!

Ma quando mai le mogli-di assurgono al ruolo di diva se non, appunto, in un tempo sciocco? Quando mai prima di questo tempo vanesio e delirante, abbiamo visto la consorte di Bongiorno, o di Vianello, o di Chiambretti, o di Baudo, o di chi volete voi, accomodata sugli allori (finti) del Festival?

Ovviamente euforico e scoppiettante, il padrone di casa di Sanremo si concede in foto felici con moglie e figlio, sul palco. Denaro su denaro. Cachet sopra cachet. Spese folli in un tempo di Covid, di diseguaglianze, famiglie in difficoltà, migranti al gelo... Sono sempre più sbalordita!

Per coloro che "ma allora lo vedi!", "perché lo vedi?", "cambia canale!", etc, faccio presente che conduco vita "normale" e quindi la Tv è accesa quando vado da mia mamma, idem dalle mie zie, e inoltre i giornali dedicano ampi stralci all'"evento", senza dire di Facebook che mi fa impattare continuamente su tali personaggi.

E io sono come Diogene e tengo accesa la lanterna, "Cerco l'uomo!". Non voglio poi coprirmi occhi e orecchie e rifugiarmi in Netflix et similia, isolandomi più di quanto lo sia già. Voglio e devo sapere cosa accade, non fosse altro che per rifiutarlo (ché anche questa mi sembra un'ottima ragione).
Lucia Talarico