27 GENNAIO - GIORNATA DELLA MEMORIA
Senatrice
Segre, chapeau! Finalmente un giudizio perfetto su quel filmettino
buono soltanto per accattivarsi orde frementi di adorazione per Benigni.
Nel mio piccolissimo, io ho sempre detestato quel film, appunto per le
ragioni che così lucidamente espone lei che, testimone tragica, ha, lei
sì, titolo per raccontare e giudicare.
Grazie,
la ammiro anche per essersi voluta esporre così chiaramente, ma
sappiamo tutti che la schiena dritta fa parte della sua magnifica
persona.
E vediamo se la Giornata della Memoria la possiamo celebrare tutti con dignità, Storia e fratellanza.
Lucia Talarico
LILIANA SEGRE STRONCA “LA VITA È BELLA” DI ROBERTO BENIGNI: «UN FILMETTO SENZA PRETESE, FALSO»
Nel libro autobiografico “La memoria rende liberi” edito da Rizzoli nel 2015 e scritto in collaborazione con Enrico Mentana, la sopravvissuta alla Shoah Liliana Segre scrive:
«Non credo che sia un brutto film, ma per certi versi è orribile: la prima parte è anche carina, un filmetto senza pretese, ma nella seconda è tutto terribilmente falso. Innanzitutto era impossibile tenere nascosto un bambino nel lager: appena sceso dal treno le SS lo avrebbero giudicato inadatto al lavoro e l’avrebbero mandato direttamente al gas. Così come era impensabile che un uomo salutasse con il megafono la moglie rinchiusa nella sezione femminile. Il fatto che poi il protagonista mandasse il figlio a far merenda con i figli dei gerarchi nazisti…L’unica cosa verosimile è che il padre, alla fine, muore. Il film si chiude con il bambino che si salva e ritrova la madre: è un bel finale, un inno alla vita, ma è tutto falso. Troppe volte, in nome di una bella finzione, si è banalizzato l’Olocausto. Il sopravvissuto è diventato un cliché in molti dei romanzi che mi capita di leggere: c’è sempre un giovane protagonista con un saggio nonno che si è salvato dai campi di sterminio. O magari il nostro eroe ha nel passato qualche parente vittima delle SS. La Shoah è stata ridotta a un argomento di moda, e questo è orribile».