MONTE PASCHI DI SIENA, TRATTATIVE SALTATE CON UNICREDIT. UN DISASTRO UGUALE AD ALITALIA, di Lucia Talarico
Dopo mesi di tira e molla si interrompono bruscamente le trattative per l'incorporazione del Monte dei Paschi di Siena in Unicredit. La banca più antica del mondo miseramente fallita in mezzo a scandali, morti e ruberie di ogni genere.
Unicredit (ciascuno fa il suo mestiere) pretendeva dallo Stato la bellezza di 7 miliardi di euro, voleva cioè la parte "buona" dell'affare lasciando ai "fessi", cioè a noi, le sofferenze e gli altri guasti senesi.
Ricordo Matteo Renzi che dalla poltrona di Porta a Porta raccomandò l'acquisto delle azioni Monte Paschi agli Italiani, "un affare!" dichiarò.
Ricordo Giuseppe Mussari, l'imperatore di Siena con lo zainetto rosso e il capello lungo, anche presidente dell'ABI: si faceva fotografare assiso su una poltrona azzurra, postura eretta, sguardo fiero, posa regale.
Ricordo tutta la compagnia, da Profumo a Viola, a Vigni, e la scalata ad Antonveneta e l'affare Santander, voragini di soldi pubblici dilapidati.
Purtroppo ho una buona memoria, non riesco a dimenticare nulla. Neanche i piccoli azionisti rovinati, tra aumenti di capitale/rapina e raccomandazioni di aderirvi, con la Consob che fischietta-va indifferente e guarda-va da un'altra parte.
Per rispetto non parlo di chi è morto, precipitato da un balcone nella città di Siena. Tutto rimosso, tutto annebbiato, tutto dimenticato, mentre sempre i medesimi si rifanno vita, palcoscenico, carrierone e pure reputazione!
Il Monte dei Paschi è fratello gemello dell'Alitalia, altro disastro nazionale. Chi ricorda Cimoli, Montezemolo, e i "capitani coraggiosi" del Silvio nazionale, Colaninno, Marcegaglia, Passera, Geronzi e Compagnia? E sempre Matteo Renzi, sempre dalle poltrone di Porta a Porta, "decollo Alitalia, decollo Italia"?
Li ricordo tutti io, purtroppo, che ho buona memoria, una dannazione!
Lucia Talarico
Unicredit (ciascuno fa il suo mestiere) pretendeva dallo Stato la bellezza di 7 miliardi di euro, voleva cioè la parte "buona" dell'affare lasciando ai "fessi", cioè a noi, le sofferenze e gli altri guasti senesi.
Ricordo Matteo Renzi che dalla poltrona di Porta a Porta raccomandò l'acquisto delle azioni Monte Paschi agli Italiani, "un affare!" dichiarò.
Ricordo Giuseppe Mussari, l'imperatore di Siena con lo zainetto rosso e il capello lungo, anche presidente dell'ABI: si faceva fotografare assiso su una poltrona azzurra, postura eretta, sguardo fiero, posa regale.
Ricordo tutta la compagnia, da Profumo a Viola, a Vigni, e la scalata ad Antonveneta e l'affare Santander, voragini di soldi pubblici dilapidati.
Purtroppo ho una buona memoria, non riesco a dimenticare nulla. Neanche i piccoli azionisti rovinati, tra aumenti di capitale/rapina e raccomandazioni di aderirvi, con la Consob che fischietta-va indifferente e guarda-va da un'altra parte.
Per rispetto non parlo di chi è morto, precipitato da un balcone nella città di Siena. Tutto rimosso, tutto annebbiato, tutto dimenticato, mentre sempre i medesimi si rifanno vita, palcoscenico, carrierone e pure reputazione!
Il Monte dei Paschi è fratello gemello dell'Alitalia, altro disastro nazionale. Chi ricorda Cimoli, Montezemolo, e i "capitani coraggiosi" del Silvio nazionale, Colaninno, Marcegaglia, Passera, Geronzi e Compagnia? E sempre Matteo Renzi, sempre dalle poltrone di Porta a Porta, "decollo Alitalia, decollo Italia"?
Li ricordo tutti io, purtroppo, che ho buona memoria, una dannazione!
Lucia Talarico