Corriere della Sera |
Aver coinvolto in uno sdolcinato racconto il giudice Falcone ucciso nell'attentatuni di Capaci con sua moglie, il magistrato Francesca Morvillo, è una mancanza di stile e indiscrezione inaudita.
Sono certa che la dottoressa Boccassini avesse altri argomenti interessanti per scrivere la sua biografia e non posso credere che l'abbia fatto per vendere meglio il suo libro. Amicizie e rapporti d'amore devono restare nella sfera privatissima di ciascuno, soprattutto e specialmente se si tratta di persone che in seguito hanno percorso diverse strade sentimentali e, di più, barbaramente trucidate sono un simbolo di altissimi valori e sacrificio.
Il giudice Falcone deve essere ricordato per le idee "che camminano sulle gambe degli uomini", per l'attentato all'Addaura, per il pentimento di Buscetta, per essere stato lasciato solo, per il suo coraggio e la sua eroica consapevolezza di dover morire, e per Capaci, strage che è ancora grandissimo dolore per tutti gli Italiani.
Della liason con Boccassini e degli abbracci in volo con sottofondo musicale possiamo farne a meno, non aggiungono nulla se non essere forse desiderio e cornucopia di denaro e di ritrovata visibilità. Non voglio crederlo!
Spesso mi sento un'aliena!
Perdonate sempre la passione (è insita negli alieni).
Lucia Talarico