Noi quando andiamo a mangiare fuori con gli amici, ci piace chiacchierare, parlare. Il mangiare fuori è un incontro conviviale, dal latino: vivere cum, stare insieme. Il suo locale invece non lo permette. Abbiamo assistito ad un duo di musica jazz con il cantante che urlava alla nuca di una signora e della sua famiglia che ha avuto la sfortuna di sedersi vicino all'area musica.
Nel suo sito web, prima di presentare i suoi prodotti lei si vanta di avere scelto come sede un palazzo storico dell'800 di Soverato, perché lei giustamente ritiene che dia lustro alla sua attività; ora la location fa il suo dovere e valorizza il suo locale, ma lei in che modo ricambia? Forse costringendo chi vi abita a tenere le finestre chiuse per difendersi dalla musica strombazzante? Dov'è il suo rispetto della quiete pubblica e l'integrazione con la civiltà dei Soveratesi?
Non è finita qui Egregio Signore, visto che parliamo di civiltà e di palazzi storici, cosa ne pensa dei rifiuti messi dentro buste di plastica e solo in parte nascosti alla vista di chi la mattina passeggia sul corso? Questo rientra nella sua idea di valorizzazione del luogo, o è solo l'ennesimo sfruttamento delle bellezze di Soverato da parte degli imprenditori mordi e fuggi?
Avremo il piacere di vederla aperto durante il periodo natalizio oppure anche lei è uno stagionale come chi lavora nelle varie campagne del sud Italia?
Avremo il piacere di vederla aperto durante il periodo natalizio oppure anche lei è uno stagionale come chi lavora nelle varie campagne del sud Italia?
La foto è del 7 agosto 2021, ore 9.30
Barbara e Sergio Basile - Soverato