Se magari i negozianti volessero essere cortesi, sorridenti, disponibili, (come sarebbe naturale), e volessero considerare il cliente come una preziosa risorsa e non come un intruso irritante... ecco... a noi consumatori verrebbe sicuramente facile cancellare Prime e Amazon stessa!
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The Atlantic
CANCELLARE PRIME, <<LA PIU' GRANDE E TERRIFICANTE INVENZIONE DI AMAZON>>. (Alessandro Trocino)
Prime è «la più grande e terrificante invenzione di Amazon». Il giudizio di The Atlantic è netto, con un titolo inequivocabile («Cancella Prime») e parte da questa strana festa che il Prime day, inventato cinque anni fa: «Immaginate di spiegarlo a un alieno. Una festa inventata da una società in onore di se stessa, per arricchirsi. Esiste da sei anni e viene celebrata da decine di milioni di persone in tutto il mondo. Spero che stiate trascorrendo la festa con i vostri cari». A parte l’ironia, spiega Ellen Cushing che Amazon Prime (il servizio di abbonamento) ha 200 milioni di iscritti in tutto il mondo ed è un sistema che in teoria dovrebbe lasciare perplessi i consumatori. Quando ti iscrivi, paghi per diventare parte di un sistema costruito appositamente per farti pagare e per far crescere Amazon come una valanga. Paghi per giurare fedeltà all’ecosistema di una singola azienda, cosa che una volta i consumatori volevano evitare. E per avere ogni tuo acquisto catalogato, altra cosa di cui i consumatori non dovrebbero essere entusiasti». Il sistema viene chiamato «volano» ed è un circolo virtuoso: i prezzi bassi attirano clienti, il che fornisce ad Amazon più dati, più potere contrattuale, più quote di mercato e più vantaggiose economie di scala. Il che gli permette di assorbire più aziende e di abbassare ancora di più i prezzi, il che attira ancora più clienti. L’idea del circuito chiuso, o ciclo virtuoso, è stata scritta originariamente su un tovagliolo da Jeff Bezos, Ceo di Amazon.
Qualche dato per capire l’immane potenza di Amazon e del servizio di abbonamenti. Prime è stato fondato nel 2005. Nel 2019 ha ridotto a un giorno i suoi tempi di consegna. Durante la pandemia si sono aggiunti agli abbonati 30 milioni di persone negli Stati Uniti. Nel 2020, le entrate di Amazon solo dagli abbonamenti sono state di 25,2 miliardi di dollari, con un aumento del 31% rispetto all’anno precedente. Grazie a Prime, il valore di Amazon si è moltiplicato circa 97 volte, per un valore di 1,76 trilioni di dollari, da quando il servizio è stato introdotto. Amazon è il secondo più grande datore di lavoro privato negli Stati Uniti, dopo Walmart, ed è responsabile del 40% di tutto il commercio elettronico negli Stati Uniti. Ha acquisito decine di altre aziende e di recente lo studio cinematografico Mgm, per 8,45 miliardi di dollari. La sua azienda di cloud-computing, Amazon Web Services, è la più grande del suo genere e l’anno scorso ha generato un profitto di 13,5 miliardi di dollari. Amazon è entrata in 40 milioni di case americane con l’altoparlante intelligente Alexa, e in 150 milioni di tasche americane sotto forma dell’app Amazon.
La comodità è il servizio più importante di Amazon. Ma, spiega The Atlantic, «la velocità e la convenienza non sono mai gratuite. Anche la spedizione gratuita non è gratuita. Nasconde solo il prezzo reale. Farsi consegnare a casa il disinfettante per le mani, la carta igienica e i giocattoli sessuali, senza contatto, mentre una malattia contagiosa devastava il mondo, non significava che nessuno si sarebbe avventurato nei pericoli, all’esterno; significava solo che tu non lo facevi. La spedizione il giorno dopo comporta costi enormi: per la manodopera e la logistica, il trasporto e lo stoccaggio; per le persone che imballano le tue cose in quelle scatole sorridenti e per le persone che le consegnano; per gli aerei e i camion e i furgoni che le trasportano; per i magazzini che le conservano; per il software che assicura che tutto arrivi davvero a casa tua in tempo, per l’aria condizionata e il gas e il cartone e l’acciaio. Amazon-Prime ha fatto un lavoro superlativo nel rendere tutti questi costi, tutte queste parti mobili, tutte queste esternalità, invisibili al consumatore». Invisibile anche il costo per i lavoratori, che però c’è, in termini di aspettative di produttività punitive, di sorveglianza costante, di alto turnover e di gravi infortuni. Il tutto per un salario iniziale di 15 dollari l’ora. Mentre lo scorso anno i profitti dell’azienda sono aumentati del 70% e il patrimonio personale di Bezos è cresciuto di 70 miliardi di dollari.
Non ci sono solo i costi per i lavoratori, le discutibili pratiche di subappalto e il grande inquinamento ambientale. Nel bilancio bisogna mettere anche un altro elemento: «Prime non è un male solo per i lavoratori di Amazon, è un male per quelli di Target e Walmart. È un male per le persone dietro il bancone del tuo negozio di ferramenta e della tua libreria di quartiere, se il tuo quartiere ha ancora un negozio di ferramenta e una libreria. Amazon ha abituato gli acquirenti a un ritmo e a un modo di comprare che dipende da un miracolo di logistica di precisione, gestito da una delle più grandi aziende della Terra. Per i più piccoli, è del tutto impossibile».
L’autrice si spinge a definire Amazon «come il cambiamento climatico». E a invitare a cancellare l’abbonamento: «Se Amazon è come il cambiamento climatico, abbonarsi a Prime è come volare, una scelta personale. Proprio come astenersi dal volare per ragioni morali non fermerà l’innalzamento del livello del mare, una persona che cancella Prime non farà molto danno ai profitti di una multinazionale. Ma le piccole imprese nel vostro quartiere sentiranno assolutamente l’aggiunta di un nuovo cliente. Le scelte individuali, per loro, fanno una grande differenza».