Il contrappasso dopo gli streaming, di Marco Imarisio

Beppe al tavolo delle consultazioni

Il contrappasso dopo gli streaming
Marco Imarisio (Corsera, oggi)

Le invettive sugli «inciuci pseudo tecnici». E a Renzi disse: tu rappresenti le banche
Beppe Grillo è uscito dal blog. Ed è apparso a Roma, per evitare che scompaia tutto il resto. Materializzarsi, come unico modo per scongiurare l’antimateria definitiva del suo Movimento, e quel fenomeno che in fisica si chiama annichilazione, ma anche con la politica rende bene l’idea.

Per quanto breve, arrivo in mattinata, partenza il prima possibile nel pomeriggio, la sua discesa a Roma è un gesto importante. A lui toccherà un contrappasso ulteriore, sedersi al tavolo delle consultazioni con il più istituzionale dei candidati alla presidenza del Consiglio. Ma andare alla ricerca delle volte in cui l’ex comico ha lanciato i suoi strali dal palco e dal blog contro Mario Draghi e i suoi precedenti datori di lavoro, da Goldman Sachs alla Bce, è un inutile esercizio di stile. Todo cambia, persino M5S.

A guardare nei ricordi sembra ancora ieri. «Il Movimento non accorderà alcuna fiducia a governi politici o a inciuci pseudo tecnici». Correva l’anno 2013, mese di marzo, poco dopo le elezioni politiche che gli regalarono un 25% frutto del suo interminabile Tsunami Tour. In abito scuro e cravatta, accompagnato come lo sarà oggi da Vito Crimi, allora neo capogruppo alla Camera, giunto davanti ai corazzieri, mimò il gesto dei soldi: «Devo andare dal signor presidente». Poi, entrando nello studio di Giorgio Napolitano aggiunse: «È permesso?». Mancavano un paio di settimane al confronto streaming tra lo stesso Crimi e l’allora segretario del Pd nonché aspirante premier Pierluigi Bersani, ma già si capiva che non sarebbe stato un successo.

La seconda e ultima volta a un tavolo istituzionale ebbe l’indubbio pregio della scarsa durata. «Stiamo discutendo se andare da Renzie per le consultazioni. Ci sono posizioni differenti. Noi crediamo che non sia opportuno andare per non partecipare a una farsa. Comunque ci sembra corretto che su questa decisione si pronuncino gli iscritti attraverso la Rete». Firmato, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Con questo incoraggiante messaggio apparso sul blog delle Stelle, i due fondatori lanciarono la votazione. Prevalsero di poco i sì, a condizione che vi fosse la diretta streaming. Il giorno dopo, un Elevato di umore nero si presentò alla Camera dei deputati al cospetto dell’allora golden boy della politica italiana (tutto cambia, repetita iuvant) che da poco aveva fatto dono di una definitiva serenità a Enrico Letta. «Tu rappresenti le banche, i poteri forti, sei una persona non credibile, espressione di un potere marcio che noi vogliamo cambiare totalmente» fu l’accomodante esordio di Grillo, accompagnato da Crimi e da Luigi Di Maio che faceva ampi cenni di assenso con la testa. «Esci da questo blog, Beppe, esci da questo streaming» replicò Renzi, che poco prima aveva tentato la via della lusinga confessandogli di aver pagato «più volte» il biglietto per i suoi spettacoli teatrali. Almeno durò poco, dieci minuti appena.

Da allora, addio ai tavoli dove si decidono le sorti dei governi e agli odiati palazzi del potere, tranne qualche visita di cortesia. In cuor suo, Roma è ancora «una città assurda», Camera e Senato rimangono «un parco giochi» dove si tengono «sedute di psicoterapia» e dove ci sono «persone laureate che giocano con le palline» e le mettono «in un vespasiano», che sarebbe l’urna, come disse nel 2013 dopo avere assistito a un paio di sedute parlamentari.

La presenza di Grillo all’incontro di oggi, con un ex banchiere, che lui ritiene espressione dei famosi poteri forti, rende la misura della disperazione di un M5S che sta lottando per la propria sopravvivenza. Non aveva altra scelta.

L’annuncio dell’epifania romana è quasi contestuale alla concessione del voto sulla rediviva piattaforma Rousseau, un modo per tentare di tenere insieme truppa parlamentare e base sempre più perplessa. Perché l’appoggio a un governo Draghi è difficile da digerire anche per un Movimento che negli ultimi due anni ha dato prova di avere lo stomaco foderato di amianto. Ma oggi i toni di Grillo saranno più accomodanti delle volte precedenti. Il pericolo della smaterializzazione di M5S val bene la rinuncia a un «vaffa». E pazienza se le confezioni di Maalox continuano ad aprirsi più facilmente delle scatolette di tonno.
Marco Imarisio (Corsera, oggi)