Perché cresce la sfiducia verso chi dovrebbe guidarci
Carlo Verdelli
<<Prendiamo Milano. Da domenica è in zona rossa ma il traffico, la gente per strada, i rumori non sono quelli di una città chiusa per virus. Come se le direttive stabilite da chi ha il diritto e soprattutto il dovere di imporle valessero molto meno di quando, per esempio a primavera, i lockdown erano una cosa seria e le città, non solo Milano, si svuotavano per davvero. La crisi di governo che stiamo attraversando è anche una crisi di credibilità, come se l'autorità avesse perso via via autorevolezza.
<<E al di là degli esiti parlamentari di questo imbuto, dove tutte le emergenze del Paese sono precipitate e si ammassano indistinte e irrisolte, si registra con evidenza un ulteriore passo avanti nell'unico distanziamento dannoso in tempi di pandemia: quello tra i rappresentati e i rappresentanti, tra i cittadini e gli eletti, tra la politica e la società. Un distanziamento che riguarda la maggioranza, ormai variabile, ma anche l'opposizione, variamente urlante, con i banchi di Camera e Senato che diventano teatro di uno scontro verbale consumato in una lingua incomprensibile, in un momento inconcepibile, al cospetto e nel nome di un Paese che sta altrove, giustamente angosciato e pochissimo coinvolto.
<<(...) La democrazia ha un ampio perimetro ma confini netti. Può contenere gli opposti, a condizione che rispettino le linee di demarcazione fissate in maniera indelebile dalla nostra Carta costituzionale. Il governo denominato Conte I, quello con Cinquestelle e Lega, qualche salto oltre la linea l'ha tentato, e per questo uno dei suoi leader è a processo (il capo d'accusa è sulla violazione dei diritti civili dei migranti, tema di nessuna attualità, specialmente in questa crisi). Il governo Conte II, con il Pd al posto della Lega, il più bello del mondo (sintesi sarcastica dell'ex premier Renzi), si è trovato a gestire una pandemia infernale, si è guadagnato il rispetto del mondo per l'argine che ha saputo opporre alla prima ondata, ma ha forse abbassato la guardia troppo presto.
<<Il ragionevole sospetto è che sulla seconda ondata pesino anche le elezioni regionali di metà settembre: nessuno voleva intestarsi divieti che la gente, come l'estate allegra aveva dimostrato, mal sopportava o impunemente infrangeva. La destra spingeva per il "liberi tutti", l’esecutivo non ha voluto regalare voti pesanti al campo avverso e silenziosamente si è accodato. Il conto, in termini di contagi e decessi, non abbiamo ancora finito di pagarlo. Assecondare gli umori della piazza, fomentarli come d’abitudine usano fare dovunque i sovranisti, è una scorciatoia che garantisce incassi nel breve ma sconquassi durevoli. Ricostruire una credibilità, anche ai tavoli internazionali, richiede fatica e cura; per distruggerla, invece, basta un po' di propaganda, che è lo spaccio di finte verità, e dosi massicce di disinvoltura istituzionale.>>