Dedico questo mio scritto al Presidente della Calabria Roberto Occhiuto, con la viva speranza che lo legga. Da ieri è il commissario alla Sanità della nostra regione, quella a causa della quale noi Calabresi dobbiamo curarci in altre regioni!
Desidero con tutto il mio cuore che possa leggere quanto scrivo, si renderà conto della voragine senza fine che ci ingoia tutti. Regna sovrano e impudente il non fare e, se costretti a fare, fare il meno possibile, male, possibilmente al peggio.
Regna la malagestione, la bieca approssimazione, il non amore per il proprio ruolo, l'insofferenza a ogni regola e la certezza dell'impunità.
Desidero con tutto il mio cuore che possa leggere quanto scrivo, si renderà conto della voragine senza fine che ci ingoia tutti. Regna sovrano e impudente il non fare e, se costretti a fare, fare il meno possibile, male, possibilmente al peggio.
Regna la malagestione, la bieca approssimazione, il non amore per il proprio ruolo, l'insofferenza a ogni regola e la certezza dell'impunità.
Ce ne siamo accorti in ogni circostanza e in tutte le prove che abbiamo dovuto attraversare (le eccezioni naturalmente esistono ma non fanno testo).
Personalmente ricordo anche un cassetto del comodino brulicante di formiche quando mia suocera fu operata al femore, e le spallucce del personale chiamato a rimediare. E' mancato poco che mi dicessero che ero esagerata!
Personalmente ricordo anche un cassetto del comodino brulicante di formiche quando mia suocera fu operata al femore, e le spallucce del personale chiamato a rimediare. E' mancato poco che mi dicessero che ero esagerata!
Potremmo
parlare delle canzoni cantate dal personale nei corridoi dei reparti.
Dell'abitudine di ciabattare strisciando le calzature sul pavimento.
Delle porte sbattute rumorosamente. Della pausa caffè che si protrae per
oltre un'ora mentre gli ambulatori sono gremiti di persone che
aspettano in piedi.
E
delle chat compulsate sui telefonini dagli impiegati degli sportelli
dedicati al pubblico mentre lo stesso attende quasi timoroso di
disturbare e il loro "dite, dite" senza alzare gli occhi dallo schermo.
La pessima politica calabrese ha causato un grave commissariamento decennale ma l'evidenza dei fatti racconta anche peggio. Io credo che un po' di rimedio (solo un po') debba essere posto da noi utenti. Scrivere, evidenziare, raccontare il disservizio e la maleducazione. Troppa acquiescenza, purtroppo, comporta danni enormi per tutti anche se resta naturalmente ferma la vergognosa piramide aziendale/politica della quale conosciamo indecenze su indecenze.
Peccato che io non abbia le prove fotografiche delle file dalle ore 5 del mattino per poter prenotare un esame o una visita!
Peccato
che si ignori della stanza del caffè negli ambulatori per il pubblico
da cui si diffonde il profumo della moka appena preparata e
l'andirivieni del personale che, ambulatorio gremito, interrompe le
visite e ci si chiude dentro per chiacchiere infinite.
Prima Covid, ovviamente, adesso è tutto un limbo incomprensibile.
Peccato pure che si accetti che negli ambulatori il personale arrivi in ritardo con le buste della spesa da cui spuntano i ciuffi delle verdure, e subito si chiuda la porta alle spalle e, se qualcuno osa bussare, schiuda appena l'uscio intimando "dovete aspettare!". Per poi con calma sistemarsi, uscire dalla stanza, prendere pure il caffè, e infine saettare intorno lo sguardo e - annoiato/a - chiedere "chi è il primo?".
Non lo avrò visto soltanto io!
E vogliamo parlare degli onomastici? Quando arrivano i vassoi di pasticcini portati dal "santo" nella stanza del caffè e tutti a festeggiare "Auguri, auguri!", sempre ad ambulatori gremiti e interrompendo le visite.
Vogliamo
dire dei termosifoni bollenti con le finestre spalancate perché si
soffoca? Spreco assoluto, nessuno prende la situazione in mano e decide
un'attività consona.
Possiamo
anche descrivere le scrivanie talmente ingombre di raccoglitori e carte
che per parlare con chi vi è seduto bisogna stare in piedi perché, se
ci sedessimo, non lo potremmo vedere! E della difficoltà anche di
apporre una firma perché per l'incredibile disordine è impossibile
appoggiare il documento.
E'
successo a me, non me lo hanno riferito. Ho dovuto piroettare tra un
piano ricolmo di scartoffie e appoggiarmi, male, su una pila precaria di
cartelle e fogli.
Possiamo pure parlare delle "Agende" per le prenotazioni che si aprono e si chiudono subito, e nessuno sa quando si riapriranno e ti dicono che bisogna tornare "spesso" per domandare se le "Agende" sono aperte. Le mie mail di protesta con relative fumose risposte sono a disposizione.
La Sanità calabrese (come gran parte della PA regionale) è uno sfacelo, per rendersene conto basta aver la iattura di dovervi accedere. Si è sempre approfittato del caos, dell'illegalità diffusa, dell'anarchia generale e adesso della pandemia, per ritagliarsi un angolino caldo e comodo in cui rifugiarsi... tanto paga Pantalone!
Non tutti, certo, inutile anche precisarlo.
Questi raccontati sono i fatti e
semplicemente riporto il vissuto di moltissime circostanze.
Andiamo
avanti a fatica, forse anche con l'ostinata illusione della resipiscenza e della crescita di
tutti, ma il senso d'impotenza è forte e l'amarezza pure.
Ho
poche speranze che qualcosa possa cambiare ma, come il minuscolo colibrì
(motteggiato dal leone) che con una goccia d'acqua nel becco tentava di
spegnere l'incendio nella foresta, io "faccio la mia parte".
D'altronde, se nessuno la fa, anche la speranza muore e la Calabria con lei.
Qui qualche episodio della spaventosa saga:
SANITA' CALABRESE
Qui qualche episodio della spaventosa saga:
SANITA' CALABRESE
Lucia Talarico